La magia dei presepi e le voci del Natale a Marola: con nenie antiche, brani colti, Paolo Gandolfi e il coro Vocilassù

MAROLA (Carpineti) – Un sabato pomeriggio diverso all’insegna della “Via dei presepi”, con i brani più rari e le musiche del Natale. E’ quando accade il secondo giorno dell’anno a Marola con natività cariche d’emozione e un appuntamento musicale singolare previsto, dalle ore 17, nel Centro Diocesano di Spiritualità. E’ proprio qui, all’interno dell’abbazia matildica che si potranno ascoltare le suggestive “Voci di Natale”, canti e nenie della tradizione colta e popolare dell’Appennino a cura della Pro Loco di Marola e dell’Associazione Scrittori Reggiani.

Paolo Gandolfi

Paolo Gandolfi

Un pomeriggio di cultura, condotto dal giornalista Ercole Leurini, con le voci del Coro Vocilassù, diretto dal maestro Armando Saielli, la fisarmonica di Paolo Gandolfi e con le voci narranti sono quelle di Maria Teresa Pantani e Faustino Stigliani, che leggeranno una raccolta di testi a cura di Clementina Santi. Si tratta di testi sul Natale: autori colti dell’Appennino (da Crovi a Bertolucci), testimonianze sul Natale dalla terra straniera (come quelle di don Artemio Zanni), ma anche voci diverse e popolari della tradizione (da Gino Belli a Maria Teresa Correggi). Da segnalare anche i brani della tradizione orale raccolta dalle maestre e dalle nonne: nenie e filastrocche popolari che chiuderanno il pomeriggio.

Accanto alle “Voci di Natale”, restano visitabili fino all’8 gennaio i presepi di Marola collocati in piazza Giovanni da Marola, al metato Frazera e all’Abbazia Matildica, allestiti grazie all’impegno di Argo Pignedoli e Daniele Canovi, con la collaborazione di Clementina Santi. Marola, terra matildica per eccellenza, si veste così a festa invitando tutti a visitarla nella su piazza principale e in due luoghi che sono stati molto cari alla Contessa: nel metato fra i castagni, gli “alberi del pane” che ella volle fossero coltivati e innestati per la fame dei poveri, seguendo le orme di sua madre Beatrice, e nell’abbazia di Santa Maria che la contessa fece erigere per ringraziare Dio e l’eremita Giovanni da Marola per la vittoria di Madonna della Battaglia del 1111, quasi mille anni fa.

Il vecchio metato ospita una natività solitaria e silenziosa nel cuore del bosco, e ad esso condurrà una stella e un suono di zampogna. Nella storica della chiesa dell’abbazia, l’unica fra le 100 chiese di Matilde di sicura fondazione matildica, c’è un grande presepe tradizionale, austero e dolce insieme come si conviene ad una “aula sacra” medievale imponente e maestosa.

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