A Toano si canta, ecco i cartelli turistici!

 

Da un’idea dei fratelli Danilo e Maurizio Corsini, con la sinergia tra Pro Loco, Vocilassù, Le Maestà e Matildico ValDolo, è tornato il Festival dell’Appennino. Il sindaco Volpi: “Un livello artistico molto elevato che meritava questo riconoscimento”.
L’articolo su Tuttomontagna di Marzo 2024 di Gabriele Arlotti

Toano è il paese dei Cori, ora lo dicono anche i cartelli. In Appennino, ci sono comuni che si sono distinti, con tanto di cartelli turistici, per essere riconosciuti come il Comune del Tartufo (Viano), altri hanno optato per il formaggio e i castelli (Valestra, Carpineti), e tutti i comuni della Mab Unesco hanno scelto di aggiungere cartelli indicatori sull’appartenenza alla “Riserva della Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano”. Tuttavia, Toano ha fatto una scelta ulteriore, specificando di essere “il Paese dei Cori”.

Stiamo parlando dei cartelli di colore marrone che, nella tradizione dei segnali di indicazione stradali, segnalano località o punti di interesse storico, artistico, culturale e turistico. Il comune di Toano, che vanta almeno cinque cori attivi – in ordine di nascita: Matildico ValDolo, Vocilassu, Madonna delle Neve, Cerredolo Voice e Le Maestà – ha deciso di evidenziare pubblicamente questa specificità.

Questo fatto non è casuale perché qui, nel 1967, è nato il primo coro polifonico dell’Appennino, il Coro ValDolo, mentre nello stesso anno nasceva La Baita a Scandiano e nel 1963 a Reggio era stato fondato il Coro Monte Cusna, prima espressione di polifonia maschile polifonico reggiana incentrata sul canto tradizionale. L’ensemble musicale diretto all’epoca dal compianto Mario Fontanesi svolse un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella diffusione della musica corale non solo nel paese, ma anche nella montagna, ispirando generazioni di talentuosi cantanti e contribuendo alla nascita di altri cori.

In quegli anni la Pro Loco di Toano, con l’immancabile aiuto del coro stesso, mise in scena per 40 edizioni il Festival dell’Appennino che quassù portò oltre 100 cori dall’Italia, che dal 2023 si è tornati a organizzare con la consueta formula di una giornata intera di festa, con ricevimento in Comune, messa, pranzo assieme, rassegna… Un appuntamento di inizio estate che qui ha richiamato gruppi e appassionati da ogni dove: la prossima edizione sarà il 7 luglio 2024. Da non dimenticare anche la rassegna natalizia alla Chiesa di Santa Maria Assunta a cui, lo scorso dicembre, hanno preso parte oltre ai cori anche “I Valdolini”, la formazione dei piccoli cantori delle scuole.

Insomma, raccontiamo di una realtà davvero significativa in Appennino che meritava qualcosa in più. Una sorta di ufficialità che ora è arrivata. Sono stati posizionati tre cartelli turistici: uno all’inizio del paese sulla Strada Provinciale 8 venendo da Cerredolo e da Quara, un altro prossimamente vicino alla Pieve dove già ci sono i cartelli matildici e quello della Via Matildica del Volto Santo.

“Abbiamo proposto questa idea felicemente accolta – spiegano Maurizio e Danilo Corsini, coristi toanesi del Coro Matildico ValDolo (Danilo è stato uno dei cofondatori del Coro ValDolo) – nell’estate dello scorso anno. Da un lato siamo riusciti a riproporre, assieme alla Pro Loco, il ‘Festival dell’Appennino Reggiano’ dopo una pausa di 15 anni. Mettendo da parte la nostalgia… con noi c’erano il Vocilassù, che organizzerà assieme a noi anche quest’anno, e Le Maestà. Si è così ripresa la tradizione canora toaense riconsegnano al nostro paese questa identità canora che è ormai divenuta un marchio di fabbrica. Per fare tutto ciò abbiamo, quindi, preso accordi con l’assessore Roberta Ruffaldi e il nuovo presidente della Pro Loco Perugi che da subito hanno preso in considerazione la fattibilità sia del Festival dei Cori che di qualcosa che caratterizzasse visibilmente il comune: l’installazione dei cartelli stradali”.

Un percorso comunque non immediato, ma che ha funzionato. Continuano i fratelli Corsini: “Richiesta e ottenuta l’autorizzazione dalla Provincia, abbiamo ordinato i cartelli che, grazie al contributo dell’amministrazione comunale, della Pro Loco e dei cori Vocilassù, Le Maestà e il Matildico ValDolo sono stati installati. Sia il Festival che i cartelli sono stati molto graditi dai toanesi e anche da chi abitualmente qui sale. Abbiamo insomma una firma di qualità che ci contraddistingue in una terra che ha dato una forte impronta al canto corale italiano”.

Anche il sindaco Vincenzo Volpi si dichiara soddisfatto: “Toano è il paese dei cori perché qui la tradizione del canto tradizionale e corale è molto forte. I nostri cori sono molto importanti da un punto di vista culturale, sociale e di valorizzazione del territorio. Il livello artistico e le capacità canore di questi gruppi sono molto elevati: ascoltarli provoca forti emozioni e un grande piacere. Questi cartelli sono solo il giusto riconoscimento a un percorso lungo più di mezzo secolo!”

DAI CANTI DA OSTERIA AL PRIMO CORO

“Lui prese i suoi cavalli… e se ne va alla guerra” è l’incipit di Cimitero di Santa Liberata, uno dei canti tradizionali dell’Appennino più famosi che veniva rivisto in chiave corale dal Coro ValDolo, il primo coro polifonico a voci pari che, a Toano, nasceva nel 1967, primo coro dell’Appennino reggiano. Ma da dove si era partiti?

Nel 1927 a Trento, il Coro SOSAT lanciava la prima esperienza di canto polifonico virile. Rispetto al diffuso modo di cantare “da osteria” sino ad allora prevalente, quel primo seme posato da pochi coristi ha contribuito a rivoluzionare il modo di cantare spontaneo italiano. Man mano che veniva meno il mondo dei canti nelle osterie o nei campi, la possibilità di cantare in cori polifonici strutturati (solitamente a quattro voci e con un direttore) permise di creare innumerevoli gruppi, via via cresciuti per numero e qualità, in tutto il territorio nazionale, proseguendo nella grandiosa opera di trasmissione vocale della memoria delle vicende umane. L’aver inquadrato, poi, cantanti in cori veri e propri consentì di perseguire accresciute finalità di socializzazione e, sempre come comune denominatore il canto, anche di proseguire nella salvaguardia e nella riscoperta del patrimonio dei canti italiani. Festival corali, competizioni e concerti sono diventati comuni, contribuendo a promuovere l’arte corale in tutto il paese. Nuovi compositori e direttori corali hanno portato innovazioni al repertorio e alle pratiche esecutive. Toano oggi ne è un bellissimo esempio con cinque formazioni corali attive: Matildico ValDolo, Vocilassu, Madonna delle Neve, Cerredolo Voice e Le Maestà.

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